Iste liber meus est

«Iste liber meus est»  

Questo monito posto sul frontespizio degli antichi manoscritti realizzati dagli amanuensi, spesso con la collaborazione di miniatori, attesta l’identità del proprietario e che talvolta può trasformarsi in una vera e propria maledizione come nella frase “Chi mi ruberà il libro morrà di mala morte”. È facile capire quanto fosse alto il valore di ogni singolo volume.

 

Ex libris, letteralmente “dai libri di”, motto latino è usato per indicare il cartellino con il nome del proprietario del libro (che andrebbe in genitivo), incollato sulla seconda pagina di copertina di un libro di biblioteche private o pubbliche. Per completare la definizione si deve aggiungere che l’ex libris spesso è ornato con fregi, figure simboliche o motti, intese a rappresentare la personalità, la professione del titolare.

Con il passare dei secoli è accaduto sempre più spesso che la committenza potesse influire ben poco sullo stile del cartellino, lasciando all’ideatore ampi margini di autonomia. Gli artisti, liberandosi dai condizionamenti araldici, davano nuova vita a quest’arte, determinandone la forma e il significato, facendoli diventare autentiche opere d’arte.

Nascono così cartellini concepiti per esprimere il gusto e gli interessi del committente da una parte, e l’abilità tecnica, lo stile, la fantasia, dell’artista dall’altra. Alla fine del XIX secolo l’Art Nouveau fa fiorire una tipologia moderna e accattivante, che raggiunge un grande successo nel mondo bibliofilo.

L’ex libris conosce poi il Novecento, un’esplosione quantitativa e qualitativa mai avuta in precedenza, vedendo accrescere il numero dei collezionisti, delle mostre e degli studi: un pubblico sempre più vasto si avvicina a questa forma d’arte. Tratto dominante di tale diffusione è, la grande varietà di stili, linguaggi, dimensioni e tecniche di realizzazione.  Generati per le esigenze dei collezionisti e non dei bibliofili, si sono collocati in una nicchia della grafica d’arte, diventando gradualmente il veloce strumento per la diffusione nel mondo delle più vivaci tendenze espressive della xilografia, della calcografia e di tutte le tecniche di stampa, trasformandosi prevalentemente in campioncini di arte incisa e non contrassegni librari. La locuzione latina è spessa un accidente estraneo alla funzione e alla tradizione.

All’interno della storia dell’ex libris e delle molteplici evoluzioni, vale la pena ricordare e focalizzare l’attenzione su uno dei più grandi maestri exlibristi del Novecento: Michel Fingesten (cui è dedicata la mostra), per la sua originalità dell’opera, macabra e sensuale al tempo stesso, al crocevia tra le diverse correnti artistiche del secolo passato.

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