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GALLERIA VIRTUALE

DE TETRAE DRI “eloquentia”

Non può sfuggire, nel titolo di questa mostra l’assonanza con il titolo dell’opera di Dante Alighieri “De Vulgari eloquentia”. L’ho fatto non tanto perché tratta dell’uso di un “linguaggio “ tra i tanti come quello “artistico” ma quanto perché mi consente di chiarire un frainteso luogo comune sul significato della parola “decostruire”.

Come ho già detto in altre occasioni, questa parola, secondo me, trova la sua originaria significazione nella traduzione del complemento di argomento, che in latino si traduce:
“de e l’ablativo”. Il riferimento riguardo al titolo dell’opera di dante e del significato corretto delle parole precedute dal “de” nell’uso della lingua volgare da cui derivano i significati intenzionali di molte parole della lingua “italiana” e non solo, non lascia dubbi sul significato dell’uso della particella “de” che precede le parole attuali di “de-costruzione”,
“de-costruzionismo”, de-costruttivismo” ecc. nel voler significare il senso “latino” della particella “de” che precedendo la parola intendeva specificare il “complemento di argomento”. Per cui ritengo sia erroneo associare alle parole precedute dal “de” il significato comunemente riferito di distruggere, disintegrare, spezzettare, frazionare ecc. bensì quello di “costruire intorno a…”, “parlare di …” ecc.; le parole:scomporre, frazionare, spezzettare, disgregare, disunire ecc. indicano in questo caso solo la parte conoscitiva legata all’attività esplorativa delle cose, e ben vengano se sono tese ad abbattere i preconcetti, al fine di “ri-costruire” e/o “costruire intorno”, ri-definire forme e significati relativi a “qualcosa”. In questo senso ci è parso lecito “decostruire” il “TETRAEDRO” come figura geometrica, e ricostruirlo come oggetto visibile attraverso l’uso della materia non prima di averne esplorato geometricamente le caratteristiche formali necessarie per costruire intorno alla loro immutabilità rappresentativa della sua forma ideale i significati propri a teorie scientifiche legate alla scomposizione della luce e alla composizione dei colori per spiegare alcuni fondamenti significativi, linguisticamente appartenenti al mondo dell’Arte.

Attraverso lo studio e l’uso di questa forma geometrica pura si è cercato di porre le basi di una ricerca “artistica” avanzata e innovativa che lega il prodotto artistico al “Pensiero” che lo sottende in modo indelebile.

Fedeli alla logica della percezione, con la struttura formale, cromatica e simbolica del Tetraedro, si è cercato di affidare valori oggettivi a un manufatto artisticamente concepito che: mosso dal vento e colpito dalla luce restituisse valore e dignità scientifica alla percezione e rivelazione dei fenomeni reali interpretati artisticamente.
Questa mostra cerca di richiamare l’attenzione di tutti su questo solido mai fino ad ora esplorato dal mondo dell’arte, le cui virtù geometrico-strutturali sono già state esplorate, riconosciute e ampiamente utilizzate negli ambiti scientifici per spiegare il passaggio cognitivo dalla bidimensionalità alla tridimensionalità. Note a tutti sono anche le virtù del “tetraedro didattico” riguardo alla scomposizione della luce e le virtù geometriche e meccaniche riguardanti la composizione e scomposizione delle “forze” nella realtà tridimensionale del loro esistere.

Tuttavia le virtù di cui vogliamo parlare noi sono leggermente diverse, ma per noi altrettanto importanti, perché fortemente associate alla possibilità di una composizione simbolica di significati espressivi e tecnico-compositivi che appartengono al mondo dell’arte, e da cui noi non possiamo prescindere.

"IL TETRAEDRO" secondo noi è (una struttura fisica e metafisica allo stesso tempo), è un oggetto simbolicamente e architettonicamente strutturato che chiarisce e puntualizza alcuni concetti fondamentali del produrre artistico. Esso, pur restando negli ambiti espressivi canonicamente stabiliti fin dalle origini nella produzione artistica, amplia e attualizza i temi e gli schemi operativi del fare artistico.

Architettura, Pittura e Scultura sono state le tre arti per eccellenza, almeno fino all'avvento della "fotografia" da cui è derivato sorprendentemente il "Cinema" che con la sua essenza "multimediale", ha inglobato e fagocitato tutte le arti, restituendoci, attraverso la percezione di immagini correlate e potenziate dall'uso contemporaneo della vista e dell'udito (che sono i due sensi comunemente più utilizzati dall'attività percettiva dell'uomo), emozioni superlative mai conosciute prima e date dalla percezione del “movimento nello spazio”.

Il "TETRAEDRO" è un oggetto architettonicamente progettato, che mostra, attraverso la quarta faccia (quella trasparente), l'oggetto inserito al suo interno che, colpito dalla luce che filtra dalle restanti tre facce, si trasforma cromaticamente. La luce che filtra dalle restanti tre facce, cromaticamente differenziate con i colori primari (giallo, rosso, blu), accentua i cromatismi dell'oggetto creando un'immagine alterata dai colori primari in movimento che sovrapponendosi generano tutti i colori esistenti in realtà. Il tetraedro, con la sua sospensione nell'aria e il conseguente movimento generato dall'azione del vento, ci consente di vedere un oggetto che muovendosi più o meno rapidamente in base all’azione del vento compone e scompone e ricompone un’infinità di forme e colori che fondendosi e sovrapponendosi tra di loro offrono una sequenza visiva infinita che colpisce gli occhi ed agisce ipnoticamente proprio come fa quella cinematografica fatta da nient’altro che di forme e colori in movimento sullo schermo. Solo che mentre il cinema li riproduce, il Tetraedro li produce con l’aiuto dei raggi del sole e l’azione del vento.

Il Tetraedro con le sue quattro facce, simboleggia le quattro possibilità visive ed espressive del "Pensiero etico ed estetico riproducibile attraverso l'arte con la Pittura, la Scultura, l'Architettura e il Cinema”.