Composizione_dispositivo di fruizione pittorico musicale

L’allieva Giulia Villareale racconta la sua prima esperienza nella progettazione multimediale con l’adozione del microcontrollore open source Arduino e l’approccio transdisciplinare STEAM (Science, Technology, Engineering, Art, Math).

Giulia Villareale, iscritta al Corso di Diploma Accademico di II Livello in Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, ha ideato e sviluppato il dispositivo indossabile (wearable technology) “Composizione_Dispositivo di fruizione pittorico musicale”, che mette insieme il campo dell’accessibilità, in particolare quello della diversa abilità visiva, con quello della fruizione di opere pittoriche all’interno di ampi contesti museali.

Il progetto, rappresenta il primo prototipo per l’avvio di una ricerca dedicata ai dispositivi di 
fruizione di opere pittoriche per persone non vedenti in modalità accessibile e inclusiva, ed è stato realizzato in collaborazione con la docente Giada Totaro del corso di Progettazione multimediale dell’a.a. 2020/2021 (Biennio Decorazione), artista e fondatrice di STEAM Atelier, un’organizzazione no profit dedicata alla didattica innovativa e alla diffusione del pensiero transdisciplinare attraverso le Arti dei Nuovi Media.

Composizione” è stato esposto e presentato pubblicamente attraverso un video nella gallery virtuale del Festival Arte e Scienza 2021, curato dall’associazione Mauro Francavilla tenutosi presso il Museo del Rame e degli Antichi mestieri di Tessano (CS) in Calabria, e in occasione di Fermhamente Festival della Scienza di Fermo, dal 18 al 24 ottobre 2021, che ha supportato parte della produzione.

Maggiori informazione e video:

>> steamatelier.eu
>> fermhamente.it
>> arte-scienza.it

Riproduci video

La testimonianza dell'allieva

Durante il corso di ‘Progettazione Multimediale’ dell’a.a. 2020/2021 del primo anno del Biennio del Dipartimento di Decorazione, in collaborazione con la professoressa Giada Totaro, ho ideato e realizzato un dispositivo indossabile in grado di ampliare la capacità cognitiva di rielaborare le immagini di un’opera pittorica tramite l’ascolto, richiamando la peculiarità dei non vedenti, in modo da coinvolgerli attraverso le sensazioni che solo l’arte è in grado di donare.

L’esperienza che ho affrontato durante il corso si è rivelata molto interessante, anche se le difficoltà non sono mancate, innanzitutto perché le lezioni si sono tenute durante le restrizioni da Covid-19, quindi esclusivamente in tele presenza. Tuttavia, grazie all’utilizzo dei materiali didattici open source del microcontrollore Arduino presenti gratuitamente on line, siamo riusciti a raggiungere un primo risultato e ad apprendere le basi della prototipazione elettronica.

Il titolo ‘Composizione. Dispositivo di fruizione pittorico musicale’ trae ispirazione dalla percezione e dalla spiccata sensibilità di Vasilij Kandinskij, in particolare sulle sue ricerche relative alla sinestesia e al desiderio di ricollegare un suono ad ogni forma e tonalità di colore. In aggiunta, la prima parte del nome deriva anche da uno dei suoi dipinti più famosi: ‘Composizione VIII’, realizzato nel 1923. La seconda parte del nome, invece, si deve allo studio dello ‘spettro del visibile’ condotto dallo scienziato Isaac Newton. In conclusione, tutto ruota intorno alla base del voler mettere a confronto i colori e le forme con le teorie del pentagramma mediante il linguaggio elettronico.

Il processo di ‘sonorizzazione’ del quadro, nelle sue forme e colori, è ottenuto grazie ad un meccanismo tecnologico interattivo: una piccola cassa di diffusione acustica, un Arduino e un modulo sensore accelerometro e giroscopio sono installati tra la parte inferiore della tesa e della fascia di una visiera indossata dal visitatore. In altri termini, a seconda del movimento della testa del fruitore nel momento in cui osserva un’opera pittorica frontalmente, verranno attivati una serie di note musicali che interpretano i colori e le forme del quadro.

Tutto è nato ricordando come i non vedenti abbiano rivelato di andare tranquillamente al cinema e di come assicurino di divertirsi molto, benché non possano vedere le immagini proiettate. Essi infatti dichiarano di ascoltare i dialoghi, di seguire la storia, di prestare attenzione ai suoni, ai rumori, agli effetti sonori e nel loro immaginario tutto viene proiettato in maniera comprensibile. Questo perché il loro cervello è, per l’appunto, abituato e allenato ad ascoltare qualsiasi scenario. Di conseguenza, ho pensato ‘Perché, a questo punto, non possiamo creare anche un dispositivo che possa offrire ai non vedenti la possibilità di essere coinvolti anche attraverso l’arte pittorica?’.

Inoltre, lungi dal voler eliminare i sistemi di allarme diffusi in gran parte dei musei, i quali sappiamo benissimo che siano installati per motivi di sicurezza, non va trascurato che essi, tuttavia, molto spesso sono così rumorosi da arrivare al punto di compromettere l’effetto suggestivo offerto dall’arte. Per questo motivo, ‘Composizione’ tratta un’idea che ruota intorno al voler coinvolgere appieno i non vedenti, regalando la totale libertà di godersi completamente un’opera d’arte pittorica indossando un semplice dispositivo a visiera. Abbiamo scelto proprio questo capo d’abbigliamento, in quanto per niente discriminante e per nulla invadente se si pena ad un contesto museale ampio e ricco di spettatori. Ad ogni modo, il procedimento per la realizzazione del suono può rivelarsi un’esperienza affascinante e sorprendente anche per chi non ha problematiche di vista, poiché avrà modo di apprendere molti aspetti non notati precedentemente e potrà essere in grado di aumentare la sua esperienza di fruizione delle opere, oltre al visibile.

Come già detto, questo progetto multimediale tra arte, scienza e tecnologia, offre la possibilità di poter ascoltare, sentire il quadro. Il sistema interattivo si sincronizza, in base al movimento della testa dello spett-autore, automaticamente con il linguaggio pittorico musicale dell’opera. Inoltre – riprendendo il pensiero di Kandinskij in ‘Il problema delle forme e l’almanacco del cavaliere azzurro’ e citando Andrea Balzola in ‘Le arti Multimediali Digitali – L’Utopia della sintesi delle arti dai Romantici alle Avanguardie Storiche’ – questo permetterà anche una libera interpretazione del messaggio che un artista ha desiderato segnare nelle sue opere, non solo basandosi sullo studio del bello e del sensibile, ma anche intraprendendo il tentativo di tradurre la pittura in suono, senza infierire nella libera interpretazione e nel giudizio personale di chi è coinvolto.


Attualmente ‘Composizione’ è il primo prototipo e, quindi, per il momento esiste in due versioni. Una in cui si sfrutta la libreria di Arduino che permette di riprodurre note musicali e la seconda con l’aggiunta di suoni registrati e inseriti nel circuito attraverso una micro scheda SD. In quest’ultimo caso ho scelto di riprodurre i suoni mediante la kalimba, un antichissimo strumento a percussione africano che riproduce un suono molto dolce e rilassante. Crediamo che, con il tempo, riusciremo anche a creare un dispositivo in grado di seguire il movimento della testa non soltanto se questa si muove da destra a sinistra, ma anche in basso e in alto e la sua rotazione del collo, in modo da rendere la fruizione pittorico sonora perfettamente aderente e corrispondente ai movimenti del viso. Inoltre si potrebbero sonorizzare diverse opere di una stessa mostra. Penso che possa rivelarsi un’esperienza alquanto affascinante poter ascoltare, per esempio, una ‘Nascita di Venere’ di Sandro Botticelli, lasciando che il fruitore venga travolto dal suono delle onde del mare, del fruscio degli alberi, il soffio del dio Zefiro, i passi di Ore che si appresta a coprire Venere e via dicendo. Infine, perché no? sarebbe molto interessante far sì che anche i soggetti del quadro possano parlare di sé stessi direttamente agli spettatori, della loro storia, magari con una voce adatta alla personalità che l’artista ha voluto incarnare in loro.

Infine, ci tengo molto a ringraziare la mia docente del corso di ‘Progettazione Multimediale’, la professoressa Giada Totaro, che mi ha spinta a continuare la realizzazione del progetto. Se non fosse stato per la sua dedizione, per la sua grinta, costanza e infinita pazienza, non credo che ‘Composizione’ avrebbe mai potuto vedere la luce. Ringrazio inoltre il Festival della scienza di Fermo – sotto la direzione di Andrea Capozucca – ‘Fermhamente’, uno dei format più innovativi nell’ambito della diffusione della divulgazione scientifica in Italia, la quale ci ha offerto l’occasione di mettere in mostra ‘Composizione. Dispositivo di fruizione pittorico musicale’ e la presidente di Arte e Scienza Marcella Lorenzi che ha offerto un ulteriore canale di diffusione anche nella nostra regione, la Calabria.

Giulia Villareale

Giada Totaro

è esperta in New Media Arts e didattica innovativa e ha curato il corso Progettazione multimediale presso l’Accademia di Belle Arti Reggio Calabria dell’a.a. 2020/2021 (Biennio Decorazione). La ricerca di Giada Totaro si basa sulla creazione di laboratori artistici con le nuove tecnologie dove esplora le tecniche delle arti interattive e della prototipazione rapida, principalmente con l’uso del microcontrollore Arduino. Il risultato di queste esperienze collettive, sotto forma di opere che coinvolgono performance, audiovisivi, fotografia, musica insieme al materie scientifiche, tecnologiche e ingegneristiche, è assolutamente unico e irripetibile e costituisce l’anima della sua produzione artistica. Tra il 2002 e il 2015, si laurea in “Regia Teatrale” e “Cinema, TV e Produzione Multimediale” presso l’Università di Roma Tre, consegue il master di primo livello “Digital Environment Design” presso NABA di Milano e il Diploma di secondo livello presso la Scuola di Nuove Tecnologie delle Belle Arti di Brera, a Milano. Partecipa a mostre e festival nazionali e internazionali sia in qualità di artista che con il gruppo Xtendedlab sostenuto da Mario Canali e NABA, come curatrice e responsabile della progettazione e della comunicazione. Dal 2008 al 2013 realizza il laboratorio d’arte sociale multimediale “La compagnia Delfine” presso una comunità terapeutica di appartenenza dell’ A.O. Ospedale Niguarda di Milano, situata nell’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini, per il quale ha coinvolto l’artista e docente Paolo Rosa (Studio Azzurro), ampliando la ricerca al MAPP_Museo d’arte Paolo Pini. Dal 2017 a Lecce (Italia), è fondatrice e direttrice di STEAM Atelier, un’organizzazione no-profit che diffonde il pensiero transdisciplinare attraverso la storia e la didattica delle New Media Arts attraverso le metodologie didattiche STEAM, soprattutto tra le giovani generazioni. Nel 2020 STEAM Atelier è vincitore del bando STEM2020 promosso dalla “Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le pari opportunità”, grazie al quale cura il suo primo eBook “Arte e creatività digitale per la costruzione di un immaginario complesso. L’esperienza di STEAM Atelier e il laboratorio BEcoming animals”, con l’editore NOEMA e con i co-autori Pier Luigi Capucci, Kristof Fenyvesi, Giorgio Cipolletta e Jatun Risba.

Giulia Villareale

è una giovane studiosa, nata a Palermo nel 1992. Diplomata presso l’Istituto Statale d’Arte V. Gerace di Cittanova, consegue la Laurea triennale presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria presso il Dipartimento di Pittura, con un punteggio di 110 e lode. Ha partecipato ad alcune mostre in qualità di artista e con il tempo si accorge di nutrire un interesse più ampio, appassionandosi alla Storia dell’Arte, all’Estetica, all’Iconografia e alla Critica d’Arte. In particolare, la sua ricerca attuale verte sullo studio approfondito dello scultore neoclassico, nonché suo antenato, Valerio Villareale, artista che, nonostante abbia ricoperto incarichi rilevanti e realizzato opere di enorme pregio, è ancora per lo più sconosciuto. Il lavoro di Giulia Villareale coltiva e amplia il suo desiderio di mettere in evidenza artisti la cui carriera sembra non essere stata segnata dalla fortuna critica. Con i suoi ultimi studi presso il Biennio di Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, studia nuove modalità per la fruizione di opere anche con un approccio digitale e tecnologico, senza escludere le tematiche dell’accessibilità e della sostenibilità.

Ci puoi seguire e condividere //